Le statue
I Principi di Sansevero

Gruppo scultoreo: monumento a giovan francesco di sangro, quinto principe di sansevero

MONUMENTO A GIOVAN FRANCESCO DI SANGRO, QUINTO PRINCIPE DI SANSEVERO

Francesco Celebrano (?), 1756 ca.

Eretta alla memoria del quinto principe di Sansevero, morto nel 1698 (e non nel 1618 come ricorda la lapide, per un errore dello scalpellino o del restauratore tardo-ottocentesco), l’opera è collocata simmetricamente rispetto a quella posta alla sinistra dell’ingresso. La critica tende ad assegnare il Monumento a Giovan Francesco di Sangro al Celebrano, ma c’è chi ha pensato al Queirolo.

Dettaglio gruppo scultoreo: monumento a giovan francesco di sangro, quinto principe di sansevero

Un angelo dall’espressione accorata tiene una fiaccola abbassata in segno di lutto; tornano i motivi ornamentali arborei e l’acquasantiera in forma di conchiglia. Nel complesso il monumento mostra una certa grazia e unità compositiva. La dedica di Raimondo di Sangro al bisnonno risale al 1756 e sottolinea la fedeltà del defunto alla corona spagnola, dimostrata a Salerno contro i Francesi e nel soffocamento di pericolose rivolte nel Regno di Napoli. Persa la moglie, il quinto principe di Sansevero decise in tarda età di prendere i voti ecclesiastici.

Gruppo scultoreo: monumento a giovan francesco di sangro, primo principe di sansevero

MONUMENTO A GIOVAN FRANCESCO DI SANGRO, PRIMO PRINCIPE DI SANSEVERO

Giacomo Lazzari (?), prima metà del XVII sec.

Rappresentato in vesti militari, Giovan Francesco di Sangro è quel duca di Torremaggiore (nonché primo principe di Sansevero) che – secondo il racconto di Cesare d’Engenio Caracciolo nella Napoli sacra (1623) – avrebbe fondato intorno al 1590 un piccolo sacello, primo nucleo di quella che sarebbe divenuta la Cappella Sansevero. Il Monumento a Giovan Francesco di Sangro fu realizzato con buona probabilità da Giacomo Lazzari, anche se alcuni studiosi ipotizzano la paternità di Michelangelo Naccherino.

Dettaglio gruppo scultoreo: monumento a giovan francesco di sangro, primo principe di sansevero

Sebbene presenti alcune affinità stilistiche con il Monumento a Paolo di Sangro, quarto principe di Sansevero, il deposito di Giovan Francesco è caratterizzato da una maggiore sobrietà: alla raffinatezza dei marmi policromi e dei pilastri decorati si associano la severità e l’equilibrio della figura, rappresentata in posa altera. Morto ottantenne nel 1604, il primo principe di Sansevero fu un valoroso uomo d’armi, che prese parte a moltissime campagne in Africa e in Europa (combatté come comandante di reggimento anche nella celebre battaglia di Lepanto del 1571). Il monumento e la lapide commemorativa furono commissionati dal figlio, Alessandro di Sangro patriarca di Alessandria.

dettaglio gruppo scultoreo I Principi di Sansevero

MONUMENTO A GIOVAN FRANCESCO DI SANGRO, TERZO PRINCIPE DI SANSEVERO

Antonio Corradini (?), 1752.

La paternità di questo Monumento a Giovan Francesco di Sangro è tuttora incerta: Marina Causa Picone lo assegna al Celebrano, Rosanna Cioffi e Oderisio de Sangro concordano sul nome di Corradini, identificando l’opera in questione con la Mestizia corradiniana di cui parlò lo storico Giangiuseppe Origlia nel 1754. Il terzo principe di Sansevero morì quarantenne durante una spedizione in Africa nel 1627.

dettaglio gruppo scultoreo I Principi di Sansevero

Al consueto motivo dell’angelo alato si affianca quello meno tradizionale della conchiglia che, fungendo da acquasantiera, sembra voler raccogliere le lacrime dell’angelo piangente. L’opera ha un andamento verticale, e la parte arborea ornamentale rimanda a quella presente nel bassorilievo dell’Altare maggiore. Nella lapide Raimondo di Sangro ricorda la carriera militare dell’avo, stroncata da una malattia insanabile. Una curiosità: Giovan Francesco morì in stato di scomunica, per cui le sue spoglie furono riesumate e traslate per ben due volte, la prima dalla chiesa maggiore di Castelnuovo e la seconda proprio dalla Cappella Sansevero, su istigazione dell’allora vescovo di Napoli, monsignor Boncompagni.

gruppo scultoreo: monumento a paolo di sangro, secondo principe di sansevero

MONUMENTO A PAOLO DI SANGRO, SECONDO PRINCIPE DI SANSEVERO

Ignoto napoletano, prima metà del XVII sec.

La prima cappella a destra ospita il mausoleo del secondo principe di Sansevero, Paolo, commissionato dall’omonimo quarto principe di Sansevero e realizzato forse in un arco di tempo che va dal 1626 al 1636. L’unico nome finora avanzato per il Monumento a Paolo di Sangro è quello di Giacomo Lazzari (probabile esecutore del Monumento a Giovan Francesco di Sangro, primo principe di Sansevero), ma allo stato attuale non esistono elementi che consentano di accertare la paternità dell’opera.

dettaglio gruppo scultoreo: monumento a paolo di sangro, secondo principe di sansevero

Il soggetto è rappresentato nelle vesti di un centurione romano, per ricordarne la fama acquistata durante le campagne di Spagna agli ordini di Filippo III, di cui fu intimo consigliere. Solenne è la posa del principe, che stringe in mano una lancia spezzata e tiene ai suoi piedi un cimiero piumato. A differenza degli altri monumenti seicenteschi, ricchi di intarsi policromi, questo presenta una decorazione semplice, un impianto severo, una staticità distante dai mossi atteggiamenti barocchi. La lapide ricorda la forza d’animo mostrata da Paolo in punto di morte, sopravvenuta per malattia all’età di cinquantasette anni.

gruppo scultoreo: monumento a paolo di sangro, quarto principe di sansevero

MONUMENTO A PAOLO DI SANGRO, QUARTO PRINCIPE DI SANSEVERO

Berardo Landini e Giulio Mencaglia, 1642.

Il deposito funebre dedicato al quarto principe di Sansevero, morto nel 1636, è unanimemente considerato il più suggestivo tra quelli seicenteschi presenti nella Cappella. Attribuito a lungo alla scuola fanzaghiana se non allo stesso Cosimo Fanzago, il Monumento a Paolo di Sangro è in realtà frutto della collaborazione di Berardo Landini e Giulio Mencaglia, come documentano alcune fonti d’archivio portate alla luce da Eduardo Nappi, che hanno così suffragato l’ipotesi precedentemente avanzata dalla critica Marina Causa Picone.

dettaglio gruppo scultoreo: monumento a paolo di sangro, quarto principe di sansevero

Notevoli sono i marmi policromi con intarsi in madreperla e l’armonioso gioco delle lesene che incorniciano l’agile e vigorosa figura di Paolo di Sangro, lontana da fatui manierismi. Tra i motivi decorativi si segnalano due maschere dalla forma quasi vegetale, poste ai lati del sarcofago, e due piccoli busti di leone associati a un teschio e a una clessidra, chiari simboli di caducità. L’iscrizione enumera le virtù e le imprese belliche del defunto, nonché le alte onorificenze di cui era stato insignito da Filippo IV, tra cui quella di cavaliere del Toson d’Oro. A conferma del pregio artistico del monumento, si ricorda che Pompeo Sarnelli ne pubblicò un’illustrazione – la prima nota di un’opera della Cappella – nella sua Guida di Napoli del 1685.

dettaglio gruppo scultoreo: monumento a paolo di sangro, sesto principe di sansevero

MONUMENTO A PAOLO DI SANGRO, SESTO PRINCIPE DI SANSEVERO

Antonio Corradini, 1742 ca.

Nella seconda cappelletta a destra è posto il Monumento a Paolo di Sangro, nonno di Raimondo, morto nel 1726 all’età di sessantasette anni. È probabile che in suo luogo, fino alla risistemazione settecentesca della Cappella, vi fosse il Monumento ad Alessandro di Sangro, poi spostato alla sinistra dell’Altare maggiore. L’attribuzione ad Antonio Corradini ci è data dal solito Origlia, fonte sincrona e sempre attendibile. La dedica incisa porta la data del 1742, e gli studiosi ritengono che a tale anno – o ad anno molto vicino – risalga anche il marmo corradiniano, che dunque risulterebbe la prima opera commissionata da Raimondo di Sangro per la Cappella.

Gruppo scultoreo: monumento a paolo di sangro, sesto principe di sansevero

Collocato in una piccola nicchia ellittica e libero da ogni simbologia, il busto è di grande interesse perché esempio tipico della ritrattistica settecentesca, dal tono severo e dall’evidente realismo. Paolo di Sangro fu nell’élite politica della Napoli del Viceregno austriaco, ricoprendo l’importante carica di prefetto dell’annona e divenendo consigliere a latere del Vicerè. Dall’imperatore Carlo VI fu decorato dell’Ordine del Toson d’Oro (nel ritratto si notano le insegne al collo) e del Grandato di Spagna di Prima Classe. Raimondo fu molto legato al nonno Paolo, che si prese cura di lui durante l’infanzia e con la sua morte lo lasciò erede dei titoli e del patrimonio del casato.

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