Il principe di Sansevero Sperimentazioni

Archibugio e cannone leggero

Appassionato studioso di arte militare, Raimondo di Sangro pubblicò nel 1747 un’opera incentrata sugli esercizi della fanteria, apprezzata dalle principali corti europee. Il suo interesse in materia non si limitava però all’ambito teorico e strategico: nel corso della sua vita, molte furono le sperimentazioni e le invenzioni relative all’artiglieria.

Nel 1739 il principe di Sansevero ideò un archibugio che poteva sparare, a seconda del desiderio di chi lo usava, sia a polvere che ad aria compressa, pur essendo composto – come sottolinea Origlia, suo biografo contemporaneo – “di una sola canna, di un solo cane, di una sola martellina, e con un solo fucone”. La sorprendente arma, realizzata per di Sangro da Matteo Algaria, fu donata a Carlo di Borbone.

La creazione più ingegnosa in ambito bellico fu probabilmente un cannone che, rispetto agli altri esemplari dello stesso tipo, pesava ben centonovanta libbre in meno e aveva una gittata di gran lunga superiore. La leggerezza del pezzo d’artiglieria era tale che ciascun soldato avrebbe potuto agevolmente trasportarne uno, se non addirittura due, anche nelle marce forzate. Nella lunga nota della Lettera Apologetica dedicata alle invenzioni del principe, scritta nella finzione letteraria da un’anonima Duchessa di S****, si afferma che il cannone era composto “d’un certo fortissimo particolar componimento di materia dall’Autor pensata”. La formula di questa speciale lega non fu però mai divulgata.